HVS-News 2021/1 – Omeopatia e Covid-19 – successi di trattamento promettenti

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La medicina convenzionale sta lottando con le conseguenze del nuovo coronavirus, che si sta rivelando sempre più come un virus multiorgano. Oltre ai polmoni, COVID-19 attacca anche altri organi come i reni, i vasi sanguigni e il cuore. Allarmati da questo quadro clinico, i medici omeopati si sono uniti a livello internazionale, per raccogliere i sintomi più specifici del virus e e per elaborare i rimedi omeopatici appropriati. Molti di loro hanno avuto un successo impressionante nel trattare sia forme semplici della malattia così come quelle più serie. Particolarmente noto per il trattamento omeopatico dei malati di corona è il Dr. med. Jens Wurster, conosciuto soprattutto per i molti anni di lavoro come omeopata esperto nel trattamento omeopatico del cancro alla clinica del dottor Spinedi a Orselina, Svizzera. In giugno 2019 ha aperto il suo studio medico omeopatico a Locarno, dove ha accompagnato omeopaticamente più di 70 pazienti con sintomi di COVID19. Nel rapporto seguente racconta il suo promettente approccio terapeutico.

Come la maggior parte delle persone noi medici omeopati siamo rimasti scioccati all’inizio dell’anno dalle immagini di Wuhan e Italia, che ha mostrato gli effetti di un nuovo virus che medici e la scienza non sono ancora stati in grado di classificare. In generale, c’era una grande incertezza su quanto fosse pericoloso COVID-19 Rapidamente abbiamo cercato il contatto con esperti di tutto il mondo. Soprattutto, come omeopati, eravamo interessati quali sintomi fossero specifici di questo virus. Presto arrivò il primo rapporto del dottor Aaron To, presidente dell’Associazione di Omeopatia di Hong Kong in Cina. Assieme al suo team aveva raccolto i sintomi da Wuhan e ha osservato la costellazione seguente: insorgenza lenta, brividi che percorrono la schiena, febbre (ma non elevata), enorme stanchezza e dolore alle articolazioni, grande debolezza (con pesantezza delle palpebre), tosse lieve e una sensazione di continua ansia d’attesa. Individuando, che tutti questi sintomi fossero tipici di Gelsemium, To afferma che avessero ottenuto buoni risultati con la somministrazione di questo rimedio. Infine, i medici indiani sostenevano di aver osservato soprattutto sintomi che si adattavano molto bene ad Arsenicum album, e di aver iniziato distribuire, come profilassi, dosi di Arsenicum album C30 alla popolazione.

Casi clinici dal mio studio di omeopatia

All’inizio di marzo vedevo sempre più pazienti con particolari sintomi di raffreddore e respiratori. Spesso si lamentavano di un mal di gola, seguito da mal di testa e una strana pressione sui polmoni. Per lo più c’era solo una leggera febbre, ma particolarmente evidente si rilevava una debolezza totale e spossatezza. Alcuni malati avvertivano inoltre una perdita del gusto e dell’olfatto. Solo in seguito molti di loro sono risultati positivi al test del coronavirus. In totale ho curato più di 70 pazienti con il coronavirus,per telefono o Skype. Con l’aiuto di esempi di alcuni casi clinici vorrei mostrare come può risultare promettente un trattamento omeopatico nel caso di COVID-19:

CASO 1

Alla fine di febbraio il mio primo paziente di Covid, età 44 anni, in realtà un uomo abbastanza in forma: “Non potevo sopportare il carnevale. Da ieri pomeriggio mi sento totalmente debole. Mi fanno male gli arti, ho sempre freddo. Ho una leggera tosse, la testa molto calda e mal di testa”. All’inizio ho pensato che avesse bevuto troppo a carnevale, ma pareva che non fosse il caso. Ha detto che si sentiva incredibilmente debole e riusciva a malapena a camminare. Inoltre aveva forti dolori agli arti e mal di testa. A volte, dice, che deve tenersi la testa con l’aiuto delle mani, tanto è forte il dolore. Se si analizzano tutti questi sintomi più da vicino. Sono tipici della Bryonia. Specialmente l’estrema debolezza. Così gli ho dato Bryonia C200 sciolto in acqua per 3 giorni. Quindi la sua debolezza e la tosse sono scomparse. Dopo una settimana era di nuovo in forma. Uno dei suoi amici, che era stato con lui a carnevale, aveva gli stessi sintomi, la stessa debolezza. Non aveva preso Bryonia ed è stato ricoverato in ospedale con una polmonite grave. Se gli fosse stata somministrato Bryonia, avremmo potuto prevenire la gravità della sua malattia. Per questo è importante sapere che con l’omeopatia è possibile fare la profilassi. Il decorso grave può essere rapidamente alleviato.

CASO 2

All’inizio di marzo ho ricevuto una chiamata da una paziente di 66 anni.., che era stata a una prova d’orchestra con molte persone. Molti di loro in seguito sono risultati positivi al Covid. La mia paziente ha iniziato con febbre di 38 gradi C. Ha mostrato forti brividi, con battimento dei denti, e si è sdraiata nella vasca da bagno perché aveva così freddo. Inoltre, le mancava sempre più il respiro. Il giorno dopo era talmente grave che si sentiva come se avesse degli anelli di ferro intorno al suo petto. Riusciva a malapena a prendere fiato. Ogni volta che cercava di fare un respiro profondo, un dolore acuto le attraversava il petto. Mi ha chiamato e mi ha chiesto se era il caso di chiamare la Croce Verde perchè questi anelli di ferro stavano letteralmente schiacciando il suo petto. la prima cosa che da omeopata viene in mente, pensando agli anelli di ferro, è Cactus, ma ho riflettuto che Bryonia era indicato. Così ho messo Bryonia C200 sulla sua lingua e poi l’ha sciolto in acqua e preso alcune volte. 15 minuti dopo la prima dose ha detto che si sentiva come se un calore fosse salito dentro di lei. E dopo 30 minuti, era come se gli anelli di ferro nella mia gabbia toracica si fossero rotti”. Poteva respirare di nuovo normalmente e riprendersi completamente nei giorni seguenti. C’era solo una debolezza residua. Per questo le ho dato China. In seguito si è meravigliosamente ripresa. Ma il 24 aprile c’è stata una riacutizzazione inaspettata. La tosse della paziente si sviluppò nuovamente assieme ad un dolore acuto alle orecchie, che reagirono in modo molto sensibile all’aria fredda. A questo punto, come omeopata si riconoscono i sintomi di Hepar sulphuris. Le è stato dato il rimedio e il giorno dopo tutto era passato.

CASO 3

Un altra paziente di 67 anni, all’inizio di marzo che aveva pranzato in compagnia di amiche che sono state nella zona sciistica super-endemica di Ischgl in Tirolo: Tutti successivamente sono risultate positive. Ciò che era interessante in questo caso era, che 4 giorni dopo apparvero un forte mal di gola e molte piccole afte sul palato. Nel frattempo ho visto altri tre pazienti con questo tipo di sintomatologia. In altre parole, il coronavirus può causare queste afte nella faringe e annidarsi li. Oggi sappiamo, che in questa fase iniziale occorre dare immediatamente qualcosa di locale per la gola. Perciò ho raccomandato la tintura di propoli a questa paziente. La propoli respinge molti virus nel rinofaringe. Inoltre ha preso alcuni pezzi di zenzero in bocca, perché lo zenzero uccide molti batteri. In questo modo si può evitare che l’infezione si sposti ulteriormente verso il basso. Le ho anche dato un supplemento nutrizionale specifico per il suo sistema immunitario A causa di sintomi come pressione alla testa, debolezza e pressione sui polmoni. A questa paziente è stato dato anche Bryonia C200. Dopo 3 giorni era di nuovo in forma. Le sue colleghe, invece, che avevano pranzato con lei, erano ammalate per settimane.

Solo i sintomi contano

Come medico omeopata. si cerca sempre di analizzare i sintomi dei pazienti. Sulla base di questa costellazione di sintomi viene poi prescritto il rimedio omeopatico appropriato non importa quale agente patogeno è presente. Ciò verrà dimostrato dal seguente caso particolarmente impressionante:

CASO 4

Un paziente di 65 anni aveva una febbre di 38°C, già alle 9 del mattino inoltre tosse, e dolore alla trachea.Tossendo gridava di dolore. I polmoni gli facevano male anche quando si stendeva sul fianco destro. Gli occhi gli facevano male, sentiva una pressione sugli occhi, aveva le pupille piccole e un mal di testa. Quando muoveva gli occhi, tutto faceva male. La tosse era piuttosto secca, a volte compariva del muco bianco. Si sentiva come se qualcosa fosse bloccato in gola. Inoltre, era così debole che non riusciva nemmeno a misurare la temperatura. Questi sintomi sono abbastanza tipici della Bryonia: dolore agli occhi quando si muovono gli occhi, tosse, catarro, ecc. Ma ecco la sorpresa: il paziente ha fatto un tampone per Corona. Ma non era Corona, era l’influenza A. Anche questo paziente ha superato meravigliosamente la sua malattia con Bryonia C200. Con questo voglio dire: non importa cosa si sta affrontando influenza aviaria, influenza suina, influenza A o il virus corona si guardano sempre i sintomi. Sono decisivi e portano al rimedio appropriato.

CASO 5

Un altro caso era quello di un medico che ha curato lui stesso i malati di COVID-19 in ospedale e ha presumibilmente contratto l’infezione. È stato interessante che la sua infezione è iniziata con problemi cardiaci: tachicardia (battito cardiaco rapido) e picchi di pressione alta. Oggi sappiamo che la SARS-CoV-2 attacca le cellule polmonari attraverso i cosiddetti recettori ACE2. Questi recettori ACE2 non si trovano solo nei polmoni, ma anche nel cuore e nei reni. E in questo paziente, il virus è arrivato al cuore. Divenne molto debole e aveva una pressione estremamente forte sul petto. Mentre cercava di tagliare il prato, è crollato per la debolezza. A causa dei suoi sintomi, gli ho dato anche Bryonia C200. La debolezza è scomparsa e lui è migliorato rapidamente. Ma ha conservato un sapore disgustoso in bocca, tutto “sapeva di paglia”. C’è un rimedio omeopatico per questo: Sulfur.

CASO 6

Una paziente, 35 anni, ticinese, attiva nell’assistenza agli anziani è risultato positivo al COVID. Anche lei ha mostrato questa estrema debolezza un sintomo davvero pervasivo. Inoltre si lamentava di sudorazione, pressione alla testa, pressione agli occhi e pressione ai polmoni. Ha detto: “Ho sudorazione sotto le ascelle e mi sembra che il virus vada da da un luogo all’altro. E al centro del mio petto sempre questa pressione”. Anche Con Bryonia C200 ha avuto un miglioramento molto rapido, ma la perdita del gusto e dell’olfatto persistevano. Non percepiva, per esempio più l’odore di gel doccia o deodorante. Nel repertorio, alla voce perdita dell’olfatto, perdita di gusto di cibo c’è un rimedio meraviglioso: Pulsatilla. Le ho dato il rimedio e nel giro di una settimana il suo senso del gusto e dell’olfatto erano completamente rientrati.

Persone con malattie preesistenti

Circa l’80% di coloro che soffrono di Covid attraversano l’infezione senza sviluppare alcun sintomo. Solo una piccola parte sviluppa sintomi. Il decorso di un infezione da COVID-19 è determinata dalla situazione immunitaria. Come medico, occorre quindi porsi sempre la domanda: Chi si infetta in primo luogo, quali pazienti Di solito sono gli immunodepressi, spesso anche gli anziani, gli obesi e le persone a cui vengono somministrati determinati farmaci. Quindi ci sono molte persone con condizioni preesistenti che prendono farmaci per la pressione alta, inibitori ACE. Prendendo Inibitori ACE, anche la densità del ricettore ACE2 aumenta. Dal momento che il coronavirus usa questi ricettori come luoghi di aggancio per accedere alle cellule dell’ospite, egli risulta ancora più vulnerabile in caso di aumento della densità dei ricettori, quindi ancora più suscettibili all’infezione! Inoltre muoiono molte persone che sono in sovrappeso, perché le persone obese hanno spesso un sistema immunitario deficitario. Ma per dimostrare la possibilità di usare l’omeopatia per persone che hanno molte condizioni preesistenti e che assumano medicamenti, vorrei presentare il seguente esempio:

CASO 7

Uno dei miei pazienti con COVID-19 aveva 76 anni, quindi portava il rischio di età avanzata. Inoltre era gravemente sovrappeso, un diabetico insulino-dipendente ed è inoltre reduce da un ictus e un infarto. Egli soffriva di una malattia coronarica di alto grado (CHD) così come di pressione alta e assumeva farmaci per tutte le sue condizioni. Nel corso della sua infezione ha sviluppato febbre fino a 38,6°C, forte pressione nella testa e nei polmoni, e respiravo difficile. Si sentiva anche estremamente debole. Quindi che cosa potevamo fare? Eravamo preoccupati perché presentava tutte queste condizioni preesistenti. Se una persona arriva in ospedale in queste condizioni, gli verrà dato un farmaco per ridurre la febbre, che in realtà rappresenta una buona risposta immunitaria per gestire un’infezione virale. Se poi gli vengono somministrati vari farmaci come Remdesivir antivirale e antibiotici, sarà incerto l’interazione fra quelle droghe e i farmaci già in corso. Se il paziente in uno stato così indebolito verrà collegato ad un respiratore, la possibilità di sopravvivenza è compromessa. Perciò ho fatto tutto il possibile per rafforzare il sistema immunitario di questo paziente per evitare l’ospedalizzazione. A causa della febbre, della forte debolezza, pressione alla testa e pressione sui polmoni gli ho dato Bryonia C200 tre volte al giorno. Inoltre, era essenziale la stimolazione della sua attività macrofagica, per fare sì che il sistema immunitario funzioni in modo più efficiente. Perciò gli ho dato la vitamina D, 10.000 UI, per tre giorni di fila (la dose di mantenimento sarebbe 1.000 a 4.000 UI di vitamina D). Inoltre, ho prescritto la vitamina C, 1.000 mg al giorno, più Zinco, 20 mg, e il preparato “Flu-immune”, 6 capsule al giorno (normalmente se ne prendono solo 3), che contiene fra altro estratto di ribes nero. Alcuni studi indicano che le persone contraggono facilmente virus respiratori durante i viaggi in aereo. Se prendono estratto di Ribes nigrum, il loro rischio di contrarre dei virus diminuisce del 50%. “Flu-Immune” contiene anche Echinacea una sostanza molto importante per rafforzare il sistema immunitario. Contiene pure vitamina C e zinco. Più alto è il livello di zinco, più resistente sarà il sistema immunitario che combatte i virus. Inoltre, contiene anche estratto di sambuco. Dopo avere preso Bryonia C200 e gli integratori alimentari, il paziente si sentiva molto meglio. La febbre è scesa il giorno dopo, la pressione ai polmoni era scomparsa, così come I dolori alle articolazioni. Sua moglie mi ha chiamato e disse: “È un miracolo quello che è successo”. Il paziente non aveva bisogno di essere ricoverato. Il suo sistema immunitario ha potuto rafforzarsi ed è stato in grado di superare la malattia virale.

Rafforzare il sistema immunitario

Quando mai abbiamo sentito i nostri governi dire, di “Aumentare la difesa immunitaria”? Invece, tutto quello che sentiamo è: “Tieni le distanze”. Tossire nell’incavo del gomito!”. Ci si può chiedere perchè non è una pratica standard di misurare i livelli di vitamina D almeno nelle case di riposo? 90% di tutti dei residenti delle case di cura hanno un livello troppo basso e quindi hanno un sistema immunitario ridotto. Isolati gli anziani non escono più al sole, e la mancanza di movimento ha portato a numerose trombosi ed embolie. La causa più importante di questa pandemia è sistema immunitario compromesso. Dobbiamo fare di tutto per mantenerlo forte. Dovremmo evitare tutto ciò che indebolisce le nostre difese. Ad esempio è stato dimostrato da tempo, che la paura e lo stress indeboliscono le nostre cellule immunitarie. Il coronavirus, il lockdown e l’isolamento spaventa la gente. Molti residenti delle case di cura, durante il lockdown si saranno detti “Cosa ci faccio qui? Tanto nessuno verrà più a trovarmi”.

La legislazione frena l’omeopatia

Tra i miei pazienti, sono stato in grado di trattare circa l’ 80% con successo con Bryonia, molti di più con Phosphorus. I casi gravi ho trattato con Lachesis, Arsenicum album o Carbo vegetabilis. Pure a livello internazionale è stato dimostrato che molti medici omeopati hanno trattato con successo il Covid, per esempio in India. Un medico ha spiegato che nella sua clinica il rimedio aveva mostrato effetti positivi dell’80% nei suoi pazienti. Tuttavia, i medici in India sono autorizzati a trattare i pazienti omeopaticamente solo se non c’è una conferma testata di infezione da COVID-19. Non appena questa prova è disponibile, la malattia è una malattia infettiva ufficiale, e devono seguire il protocollo del governo. Antivirali, antibiotici, ecc. Sull’andamento della pandemia, questo è certamente un grosso problema non solo in India. Qui a Locarno ho avuto esperienze simili. Al fine di affrontare il COVID-19 nel nostro ospedale locale avevo riassunto i sintomi più importanti in un piccolo manuale e preparato un kit di rimedi omeopatci per ogni reparto. Per ogni rimedio avevo annotato le indicazioni principali e ho raccomandato la farmacia di fornire: Bryonia, Arsenicum album, Phosphorus, Carbo vegetabilis, Antimonium tartaricum,Lachesis, Lycopodium, Gelsemium, Belladonna, Eupatorium perfoliatum e Aconitum. All’inizio ero entusiasta pensando: “Ora in ospedale viene applicata l’omeopatia”. Ma purtroppo l’idea fu completamente bloccata completamente I curanti potevano usare i rimedi loro stessi, ma era proibito darli ai pazienti. Quindi la situazione fu identica all’ India: non appena un test di corona era positivo, il trattamento omeopatico è stato bandito. Anche negli Stati Uniti molti omeopati sono stati citati in giudizio di aver usato una terapia che non è stato approvata dalla Federal Drug Administration (FDA). Solo le terapie comunemente usate come il farmaco antivirale “Remdesivir” possono essere prescritte ufficialmente.

Ricerca ed errori nella medicina convenzionale

All’inizio della pandemia di COVID 19, naturalmente, molte cose sono state tentate, ma come è stato riconosciuto retrospettivamente, la medicina convenzionale non sempre ha le soluzioni migliori. In Italia, per esempio, i malati venivano intubati e ventilati precocemente Il tasso di mortalità per questa proceduraera estremamente alto, al 90%. All’inizio si presumeva, che il COVID-19 fosse una malattia polmonare pura. Solo più tardi si scoprì che il virus attacca i vasi sanguigni, causando micro-embolie, che causano a loro volta i problemi ai polmoni. Allo stesso tempo, è noto che ogni giorno in più di ventilazione di un paziente, aumenta il rischio di gravi danni ai polmoni. Qui all’ospedale a Locarno si ha cercato di evitare l’intubazione precoce mantenendo coscienti i pazienti con una specie di casco di ossigeno. Perché si scopre che a causa di un’infezione da coronavirus sintomi di ipossia (deficit di ossigeno nel corpo) è simile all’avvelenamento da monossido di carbonio. In questi casi, è importante arricchire le cellule con la somministrazione di ossigeno. Al contrario al tasso di mortalità del 90% in terapia intensiva in Italia a Locarno rappresentava il 10%. Un altro problema negli ospedali italiani erano probabilmente anche germi multiresistenti agli antibiotici. Così uno studio dell’ente europeo delle malattie epidemiche mostra che in Italia solo durante la crisi di Corona, più di 10.000 persone sono morte a causa di germi multiresistenti. agli antibiotici (1) Vi è un rischio del 25 al 40% di contrarre un pericoloso agente patogeno in ospedale. In Germania, per esempio la probabilità è del 4%. Ma anche in Germania la situazione non era delle migliori. L’Istituto Robert Koch (RKI) per esempio ha sospeso le autopsie dall’inizio della pandemia, anche se queste servono per il processo di apprendimento. Così è stato fino a quando il patologo forense Prof. Klaus Püschel di Amburgo ha dimostrato mediante le proprie autopsie, che in COVID-19 non si tratta solo di una malattia polmonare. I pazienti hanno micro-embolie, i vasi si intasano, ci sono infiammazioni dei piccoli vasi L’autopsia è stata raccomandata anche dal RKI. Quindi ci sono molti fattori che devono essere analizzati molto attentamente nella crisi attuale.

COVID-19 e il problema della vaccinazione

La persona vaccinata contro un certo ceppo di virus, può diventare più suscettibile ad un altro ceppo del virus (interferenza virale). Uno studio pubblicato nel gennaio 2020 sulla rivista “Vaccine” conclude con dati di oltre 6.000 pazienti, che la vaccinazione antinfluenzale aumenta significativamente il rischio di altre malattie respiratorie. (2) Un altro studio ha dimostrato che, il rischio di sviluppare un’infezione da coronavirus in Italia è aumentato del 36% a partire da novembre 2019. Oltre il 50% della popolazione è stata vaccinata contro l’influenza. (3 ) Anche l’influenza spagnola del 1918-1920, in cui 40-50 milioni di persone sono morte, dovrebbe essere messa in relazione con le vaccinazioni. Vi erano due ondate a quel tempo nella prima ondata della malattia un infinità di persone anziane e deboli sono morte, come durante qualsiasi altra influenza. Ma poi è arrivata la seconda ondata, in cui soprattutto molti giovani soldati e adulti sono stati colpiti. Nella seconda ondata il virus era più virulento oppure mutato. Ma perché così tanti giovani baldi sono deceduti Prima della seconda ondata, erano stati effettuati vaccinazioni di massa. Gli effetti collaterali di queste vaccinazioni, insieme al virus possono aver causato molte morti. Le reclute all’epoca ricevevano fino a 20 vaccinazioni diverse .(4) È interessante notare che ci sono stati anche successi di trattamento con l’omeopatia per l’influenza spagnola. Il tasso di mortalità generale è stato del 30% e solo di 1% tra i pazienti trattati omeopaticamente.(5) In questo contesto è molto importante che qualsiasi potenziale vaccino COVID19 sia sicuro e ben testato prima di essere commercializzato. Sfortunatamente, molti requisiti normativi sono stati modificati e i test clinici sono stati ridotti al minimo. Penso che sia irresponsabile. Soprattutto perché i nuovi vaccini a RNA non erano stati ancora approvati per l’uso negli esseri umani. Non sono un oppositore ai vaccini, perché alcuni vaccini hanno un senso. Tuttavia, con i vaccini mRNA, si tratta di un procedimento completamente nuovo. (6) Vengono utilizzati frammenti di RNA del coronavirus e poi inseriti nei nostri ribosomi mediante l’aiuto dei mRNA. I nostri organismi producono poi molti di questi frammenti di RNA, con la speranza di una risposta anticorpale ad essi. Ma sussiste il problema che potrebbero esserci gravi reazioni autoimmuni al contatto con dei rinocoronavirus (raffreddore comune). (7) Quando poi ho letto che un vaccino RNA è stato testato su 20 reclute e non si sono verificati effetti collaterali gravi, la vaccinazione era stata dichiarata “sicura”, allora da un punto di vista scientifico c’è proprio da stare male. Chi indaga su conseguenze a lungo termine? Cosa succede se vengono convogliati RNA estranei nei nostri organismi, che a certe condizioni possono essere incorporati nel nostro DNA La chiave per una buona salute è, secondo me, un sistema immunitario ben funzionante. Ecco perché dovremmo soprattutto nel corso della pandemia di Covid in corso cercare di potenziare al meglio le difese immunitarie,possibilmente con rimedi naturali e omeopatia.

Dr. med. Jens Wurster

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta in Natur&Heilen, numero 10/2020, riprodotto con il permesso dell’autore.

l’Autore

Jens Wurster, MD, è un medico omeopata con studio a Minusio (Locarno, Svizzera, www.dr-wurster.com)

(Traduzione: Monika Fischer)